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Diario "La scena lucana"


Parola d’ordine: CONFRONTO

Con il consorzio Teatri Uniti di Basilicata, con le compagnie lucane di #reteteatro41, con il pubblico, con i critici teatrali.

Per prima cosa. La produzione.

Per la Compagnia Petra, la scena lucana è stata anche la possibilità di incontrare persone che stimiamo tanto, dei colleghi che amiamo.

Nel momento in cui bisogna decidere di fare un nuovo spettacolo, nel modo in cui siamo abituati a farlo, noi ragioniamo soprattutto sul “cosa” e sul “chi”.

“Cosa” è fondamentale perché racconta chi siamo e anche che cosa vogliamo essere perciò scegliere un testo, una tematica invece di un’altra, significa dare una linea politica ed etica al nostro lavoro.

Subito dopo c’è la scelta del “con chi?”

Perché scegliere un’artista invece di un altro è anche quella una scelta politica rispetto al linguaggio. Abbiamo avuto la fortuna, la lucidità e l’intelligenza di coinvolgere due persone straordinarie, sia a livello umano che a livello artistico, due amici e colleghi con i quali abbiamo lavorato in passato e con i quali avevamo voglia di lavorare in autonomia. L’ingranaggio che si è creato nel lavoro in sala è stato perfetto perché ci ha messo nelle condizioni di andare avanti in modo creativo e libero.

Il lavoro delle regia è un lavoro di visione, di sguardo.

Un lavoro che viene fatto da chi ha la capacità di avere uno sguardo ampio ma che poi può chiudersi sul particolare. Fabrizio Saccomanno ha questa grande dote di mettere in scena una costruzione molto precisa e puntuale dei personaggi. Personaggi che genera, anima e fa nascere come nuove creature.

Il confronto con i professionisti del teatro in Basilicata

Da ringraziare il consorzio dei Teatri Uniti di Basilicata, da Dino Quaratino a Francesca Lisbona fino ad Antonello Condelli e tutto lo staff, che ha fortemente creduto in questo progetto e ha creato questa rassegna che ha dato visibilità alle giovani compagnie.

Lodevole lo sforzo che il consorzio ha fatto nel coinvolgere queste compagnie e nell’accompagnarle in questo percorso ospitando dei critici che potessero essere con il loro sguardo di aiuto alla crescita di questi lavori che sono nuove produzioni al debutto.

Il confronto con chi fa il tuo stesso mestiere, ha le tue stesse esigenze e le stesse questioni è sicuramente una grande crescita.

Il confronto con il pubblico

Il pubblico che ha potuto vedere tutti e i cinque gli spettacoli sicuramente ha tratto delle conclusioni, ha visto delle similitudini. E’ un’ottima occasione anche per noi per analizzare le diverse tematiche affrontate e per prendere feedback tecnici ed emotivi.

Il teatro è uno dei mestieri che meno ti isola ma che invece ha bisogno di incontrare il pubblico, i colleghi, i critici.

E’ importante restare in relazione con l’essere umano perché se si rimane chiusi nella propria sala, nella propria realtà, non si ha un confronto e quindi una crescita indispensabile che ti permette di parlare dell’umanità.

E’ uno dei punti su cui bisogna ancora investire in Basilicata. Non esiste “il” pubblico ma esiste un pubblico per ogni città, per ogni paese. Abbiamo incontrato realtà diverse. Oppido e Moliterno sono piccoli centri che hanno all’interno persone appassionate che gestiscono i teatri che riescono a coinvolgere i propri concittadini alla visione degli spettacoli, scelti con amore e passione. In questi luoghi si può vedere e ascoltare prima del sipario la gente che chiacchiera perché il teatro è uno dei luoghi di incontro del paese, è un appuntamento per cui se qualcuno manca lo si chiama all’ultimo momento per capire cosa è successo. E’ un modo per ragionare insieme anche dopo lo spettacolo su che cosa si è visto. Cosa che noi siamo riusciti a fare in ogni luogo: abbiamo invitato gli spettatori a dirci la loro e a fare domande. Potenza e Matera sono le città di riferimento con le quali abbiamo maggiori rapporti quindi c’è stato un pubblico di persone che in qualche modo già segue i nostri lavori.

Siamo in cammino, tutti.

E Per prima cosa abbio finito.

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